A Scuola con lo chef - CROISSANT O CORNETTO - Maestro Riccardo Scevaroli
Bella domanda, qualcuno li considera lo stesso
prodotto altri ne apprezzano le differenze. La differenza sostanziale tra il croissant
francese e il cornetto all’italiano sono le uova come liquido di idratazione
d’impasto, assenti nel primo e presenti nel secondo.
Anche il
risultato finale è diverso, il croissant francese è più croccante e con un
sapore di burro marcato rispetto al gemello italiano più morbido e alveolato e
con un sapore di burro meno intenso.
Abbiamo visto il ruolo delle farine e parlato
dei liquidi (uova, latte, panna, acqua),
dato qualche spunto sui ruoli dello zucchero e di eventuali sostituzioni con
miele e zucchero invertito, per cui
dedichiamo un piccolo spazio alla materia grassa che è fondamentale per una
buona sfogliatura (lievitazione fisica).
Le materie grasse principalmente usate nei
lievitati sono burro, margarina e
mélange (mix burro/margarina). La scelta
fra le 3 materie grasse viene fatta in funzione del sapore e della struttura
finale ricercata. Le materie grasse sono un ottimo fissatore di aromi e sapori
(grazie alla presenza di diacetile), consentono una più lenta essicazione del
prodotto, e se contenenti lattosio partecipano al colore finale post cottura
grazie alla reazione di Maillard in cui viene coinvolto il lattosio.
Burri e margarine in commercio a seconda della
classificazione data dai produttori hanno usi differenti a seconda del loro
punto di fusione.
Il burro quotidianamente utilizzato ha un punto
di fusione in un range di 28-32°C ed è tecnicamente usato in pasticceria come
burro da impasto. Esistono specifici burri da laminazione (burro frazionato) che hanno un punto di
fusione intorno ai 34-36°C che danno eccellenti risultati nella sfogliatura e
sopportano meglio di un burro da impasto lo stress da laminazione.
Ci sono infine le margarine, quelle di qualità
ovviamente, i cui punti di fusione si
attestano intorno ai 38°C che trovano comunque frequente applicazione negli
sfogliati per la maggiore capacità di reggere stress da laminazione e tempi
ristretti di realizzazione del prodotto.
Inutile dire che più scadente sarà una
margarina e più alto sarà il suo punto di fusione (oltre la temperatura corporea) per cui a
differenza di un burro che arriverà in stato liquido nel nostro stomaco pronto
per essere digerito dai succhi gastrici, la margarina arriverà non
perfettamente sciolta per cui i succhi gastrici potranno digerirla con una azione
prolungata
A lungo andare questo meccanismo indebolisce le
pareti dello stomaco e provoca irritazione e bruciore delle mucose pertanto
sconsiglio vivamente l’uso di margarine di bassa qualità…..la qualità e la
salute delle persone prima di tutto. Persino i sapori ne risentono
fortemente usando una margarina di bassa qualità perché rispetto ad un burro
che sciogliendo rilascia i suoi aromi e prolunga il tempo di percezione del
gusto sulle papille, una margarina di bassa qualità ha l’effetto contrario.
Se decidete di usare una margarina potete
farlo, ma usate prodotti di alta qualità, in ambito pasticceria esistono marche
famose le cui margarine hanno caratteristiche per nulla invidiabili ai migliori
burri, personalmente comunque preferisco usare un ottimo burro di qualità.
Anche nella scelta di un buon burro ritengo
importante fare un distinguo fra i due metodi per ottenere il burro:
affioramento e centrifugazione.
Burri da centrifugazione sono quelli ottenuti
per “zangolatura” oggi fatta con mezzi meccanici e in maniera rapida, si
ottiene un prodotto di alta qualità con una bassa acidità ed una bassa carica
batterica vista la rapidità del processo.
Una tabella per confrontare
Le quantità sono per 12 o 15 croissant per
regolarvi con le quantità fornite.
Come vedete dal confronto entrambi si
assomigliano molto a meno dell'idratazione che nel cornetto rispetto a un
croissant francese originale è data dalle uova nell'impasto. Molti si
chiederanno il ruolo del latte in polvere nella versione francese,
essenzialmente serve per fornire grassi di latte che daranno sofficità al
prodotto che tendenzialmente risulta essere più asciutto e croccante rispetto
all'equivalente italiano; apporta anche
lattosio che in cottura con la reazione di Maillard partecipa alla colorazione
finale dell'impasto.
Il procedimento di preparazione del cornetto è di
per sè quello già visto in precedenza per la pasta danish ma lo ripercorriamo
insieme per rinfrescare la memoria.
Impastare in planetaria i solidi,
aggiungere lentamente i liquidi e lavorare fino a ottenere un impasto liscio,
sodo e legato. Aggiungere lentamente il burro cremoso e lavorare fino ad
assorbimento.
Mi raccomando, attenzione
all'assorbimento della farina soprattutto per la versione francese che ha
minore idratazione di quella italiana, se fosse necessario tenetevi da parte 10
g di acqua aggiuntivi qualora vi accorgete che l'impasto necessita di un po’
più di liquido per prendere il punto di corda prima di procedere
all'inserimento del burro
Lasciare lievitare a 24-26°C per circa 2 ore
con umidità elevata (circa 75%) e nel frattempo stendere il burro in placca ad
uno spessore di 7 mm circa e mettere in frigorifero a riposo.
Una volta passate le 2 ore, mettete
l'impasto in frigorifero a maturare per minimo 4 ore, meglio 10-12 per un mix
aromatico migliore.
Passato questo tempo
possiamo procedere alla sfogliatura come per la pasta danish
Si stende la pasta a
rettangolo (spessore circa 1 cm), si posa il burro sui 2/3 della superficie ed
effettuare una piega a 3, con la parte senza burro verso il centro e quella con
il burro sopra di lei per incassare il burro. Laminare
facendo 3 giri di pieghe da 3 (altrimenti dette pieghe semplici) tenendo lo
spessore della pasta a circa 1,5 cm e con un riposo fra ciascuna delle pieghe
di 30 minuti in frigorifero. Il riposo è molto importante per evitare di
avere una pasta nervosa che si ritrae ma soprattutto per consentire al burro di
riprendere la giusta consistenza prima di una ulteriore lavorazione
Dopo la terza piega far
riposare ancora 30 min in frigorifero e poi stendere la pasta il più sottile
che potete (a circa 3-4 mm di spessore), tagliare e dare la forma voluta
(generalmente triangolo di altezza 20 cm per 8 di base).
Sapendo la difficoltà di
tirare a mattarello su quello spessore unita al burro casalingo che regge poco
una lavorazione prolungata anche se la pasta viene 5-7 mm per un prodotto
casalingo è più che accettabile
Stirate con la mano il
triangolo un poco, mettete un pollice sulla punta per fissarla al tavolo e
arrotolate la forma tirando sempre un poco verso di voi mentre arrotolate per
un miglior risultato.
Fate lievitare per 2-3 ore a
24-26° C in presenza di umidità (per impedire che si faccia la crosta
superficiale).
Lucidare con la
doratura di uova e latte con un pizzico di sale e cuocere per 18-20 minuti
circa a 190-200° C
A fine cottura lucidare con sciroppo di zucchero
A fine cottura lucidare con sciroppo di zucchero
Per i forni ventilati
tenete sui 180°C
Dopo 6-8 minuti aprire leggermente lo
sportello per scaricare l'umidità o per chi ha forni professionali, valvola
aperta.
Vi chiederete perchè non si
farcisca subito e mandi in cottura con la farcitura (per esempio marmellata o
confettura)
La confettura con la
ricottura tende a diventare gommosa e quindi si preferisce farcire in seconda
battuta a cottura ultimata. Alcune paste di nocciola e cioccolato non
sopportano una cottura e tendono a granire e ad assumere un gusto amarognolo,
anche in questo caso si farcisce sempre post cottura per avere la certezza del
sapore e consistenza cercati. Entrambe le preparazioni possono essere
congelate a formatura avvenuta e prima dell'ultima lievitazione per circa
15 giorni per avere i risultati migliori. Potete
quindi tirarli fuori dal congelatore e lasciare qualche ora a lievitare (ce ne
vorranno circa 6) tenuto conto che si devono riprendere i lieviti dalla
temperatura di abbattimento in negativo fino a lievitazione completa.
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