A Scuola con lo chef - PASTA CHOUX O PASTA BIGNE' - Maestro Massimo Zoli
La
parola “bignè” deriva dal francese e, quindi si potrebbe pensare che sia nato
in Francia, ma fonti storiche attestano
che il dolce sia nato in Italia e, precisamente, alla corte di Firenze durante
il Rinascimento. Nel 1533 Caterina de’ Medici sposò il futuro re di Francia e
portò con sé sia i cuochi sia i bignè. La paternità della preparazione viene
attribuita al capo pasticcere mediceo Penterelli che, successivamente, fu
perfezionata da Popelini. All’inizio del XIX secolo prende il nome di “choux” che vuol dire “cavolo” per via della
forma che assume da cotto.
Questo prodotto di base funge da contenitore,
dolce o salato, per ripieni che possono
essere cremosi, densi o semiliquidi.
La sua pasta deve essere il più sottile
possibile, resistente ma facile da sciogliersi al palato.
Fa parte delle masse precotte, cioè il
suo processo di cottura inizia prima
della cottura in forno.
Infatti, la logica che segue tutte le
ricette dei bignè è quella di far bollire in una pentola acqua, burro e sale e,
in un secondo tempo, si versa la farina in un colpo. Il tutto si mescola sul fuoco allo scopo di fare iniziare la
gelatinizzazione degli amidi in essa contenuti.
Quando il composto sarà cotto si staccherà completamente dalle pareti del tegame. A quel punto, si
raffredda il prodotto, girando a mano con un cucchiaio o in planetaria, e si aggiungono le uova che con le loro proteine
creano un legame con la materia grassa. Le uova si raccomanda di non inserirle
tutte in una volta. Tutto questo procedimento serve per fornire al prodotto la struttura
necessaria e per far sì che il vapore, in cottura, possa alzare la massa. Infatti, più acqua avrà
incorporato più il prodotto, a contatto con il calore, svilupperà.
Parlando di bignè, che siano fritti o al forno,
che si chiamino bignole, zeppole,
castagnole,… parliamo di un impasto composto dai medesimi ingredienti.
GLI
INGREDIENTI: CARATTERISTICHE E CALCOLI PER L’USO
-
L’ acqua serve
come base di calcolo per gli altri ingredienti e, quindi, per creare le proporzioni.
-
Il latte può
sostituire l acqua in modo parziale o totale, i prodotti ottenuti col l’
aggiunta di latte tendono a colorare di più in forno, ma si possono usare altri
liquidi: vini, spumanti, succhi, ect..
-
IL burro la sua presenza nella ricetta aiuta a creare,
insieme alle uova e agli amidi della farina, la struttura che serve a
trattenere il vapore per fare alzare il bignè. si può utilizzare anche strutto
o margarina oppure olio.
-
Le uova sono principalmente intere e si aggiungono abbastanza velocemente
per non far prendere nervo alla massa, la loro dose varia in proporzione agli
altri ingredienti e in base dal prodotto che si vuol ottenere.
-
L’ albume si può aggiungere come
ultimo ingrediente quando ci si trova davanti a ricette ricche di materia grassa
rispetto alla farina, così ne aumenta la
morbidezza.
-
Il sale la sua
presenza migliora notevolmente il gusto, normalmente se ne usano 5g per litro di acqua.
-
Lo zucchero oltre ad aumentare il gusto
accentua la colorazione in forno durante la cottura , poi in impasti come
frittelle o zeppole diventa parte della ricetta.
Calcolando su una base con
liquido 1000 g, la pesantezza o la
leggerezza di una pasta bignè si calcola dal peso del burro e della farina. Se
il peso della farina sarà più alto rispetto al burro, si otterrà un bignè
con pelle grossa ed elastica. Diversamente, se il peso del burro sarà maggiore rispetto alla farina si otterrà una pelle
sottile friabile ed un bignè completamente vuoto.
Per quanto riguarda la
cottura eccone alcune standard. Naturalmente, cambia per i forni di casa dove
le temperature possono variare e, quindi, si adatta la cottura in base alle
caratteristiche conosciute.
-
Per
masse pesanti, cioè, ricche di farina e
povere di burro si cuocerà a180° C
-
Per le
masse medie, cioè pari peso farina e
burro, si cuocerà a 200°C
-
Per le
masse leggere, cioè ricche di burro e povere di farina, si cuocerà a 220°C
Queste temperature sono
adatte per forni statici. Per i forni a
ventilazione si calerà la gradazione di 15-20 gradi C. Nel caso il forno abbia
la valvola, va tenuta chiusa finché il bignè non diventi gonfio e leggermente
colorato. A quel punto si aprirà
liberando così la camera dall’ umidita e permettendo al prodotto di asciugare.
Come anticipato nella prima parte, le ricette di pasta choux o bignè sono
infinite, quindi impossibile dire quale sia la migliore:
ognuna ha le sue caratteristiche ed ognuna è più indicata per un tipo o
un altro di preparazione.
Quindi, mentre nella prima lezione abbiamo
affrontato le strutture di massa ,
leggera , media e pesante, oggi vedremo varie ricette dove, in base ai
bilanciamenti, cambia il risultato
finale ovvero: forma , gusto , camera d’aria, spessore, pelle.
Ecco 10 ricette:
1. 500
g burro - 500 g farina - 500 g uova - 1000 g acqua - 2 g zucchero- 2 g sale
2. 375
g burro - 500 g farina - 500 g acqua - 850 g uova- 2 g zucchero- 2 g sale
3. 250
g burro - 500 g farina - 500 g acqua - 950 g uova - 2 g zucchero- 2 g sale
4. 500
g acqua - 250 g burro - 300 g farina - 550 g uova - 2 g zucchero- 2 g sale
5. 250
acqua - 250 g latte - 220 g burro - 280 g farina - 550 g uova - 2 g zucchero - 2 g
sale
6. 500 burro - 500 g acqua - 250 g farina 320W - 500 g uova -150 albumi - 2 g zucchero
- 2 g sale
7. 650
g burro - 500 g acqua -330 g farina 320W - 600 g uova - 240 g albumi - 2 g zucchero - 2
g sale
8. 320 g strutto - 250 g acqua - 170 g farina - 320W - 280 g uova -120 g albumi - 2 g zucchero
- 2 g sale
9. 500
g acqua - 250 g olio - 350 g farina - 650 g uova - 2 g zucchero - 5 g sale
10. 320 g margarina vegetale - 260 g acqua -380
g farina di riso - 20 g amido di riso - 250 g uova - 120 g albumi - 2 g zucchero - 5
g sale
Il
procedimento è uguale per tutte le
ricette:
· Mettere
a bollire, in una pentola, i liquidi (acqua, latte, spumante,… ) col burro ( o margarina olio…), sale, zucchero.
· Appena
bolle versare la farina in un solo colpo.
· Mescolare
continuamente finché il composto non si stacca dalle pareti e inizia a
sfrigolare
· Raffreddare
mescolando a mano con una marisa oppure direttamente in planetaria con la foglia.
· Incorporare
le uova un po’ alla volta fino a raggiungere la consistenza di una crema
sostenuta.
· Per
ottenere un buon sviluppo durante la cottura è preferibile non usare la carta
forno, ma imburrare leggermente una teglia, togliendo con carta assorbente
l’eccesso di grasso, formare con la bocchetta desiderata in base alla ricetta
che si vuole realizzare e infornare.
Per quanto riguarda la cottura eccone
alcune standard. Naturalmente, cambia per i forni di casa dove le temperature
possono variare e, quindi, si adatta la cottura in base alle caratteristiche
conosciute.
· Per
masse pesanti, cioè, ricche di farina e
povere di burro si cuocerà a180° C.
· Per le
masse medie, cioè pari peso farina e
burro, si cuocerà a 200°C.
· Per le
masse leggere, cioè ricche di burro e povere di farina, si cuocerà a 220°C.
Queste temperature sono adatte per forni
statici. Per i forni a ventilazione si
calerà la gradazione di 15-20°C. Nel caso il forno abbia la valvola, va tenuta
chiusa finché il bignè non diventi gonfio
e leggermente colorato. A quel
punto si aprirà liberando così la camera
dall’ umidita e permettendo al prodotto di asciugare.
Possiamo riassumere dicendo che non esistono
ricette che non sono valide, ma ognuna ha delle caratteristiche proprie che la
rendono più o meno adatta a questa o a quella preparazione.
Prendendo in esame la ricetta N.2 e la ricetta
N.7, noteremo: nella prima una buccia
(pelle) medio spessa, una buona camera d’aria, una superficie screpolata e uno
sviluppo medio e irregolare; nella seconda avremo una superficie liscia, un
ottima camera d’aria , buccia molto sottile e uno sviluppo tondo e regolare.
Ricettina salata sfiziosa:
NIDI DI
FRITTELLE
400 g prosecco
50 g olio evo
20 g sale
320 g farina 220 W
400 g uova
10 g salvia tritata.
Procedere al solito e con una sac a poche
formare dei filamenti molto sottili aggrovigliati.
Passare in forno a 170°C per 5 minuti e poi friggere. Sono ottimi per accompagnare
salumi e formaggi.
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